sabato 2 giugno 2012
Trento, 31 maggio 2012
SINTESI DELL'INCONTRO AL MINISTERO DEGLI ESTERI
Grazie all'interessamento del sen. Marco Perduca, che ha promosso l'incontro, mercoledì 30 maggio 2012 la famiglia di Enrico “Chico” Forti, rappresentata dagli zii Gianni e Wilma, è stata ricevuta al Ministero degli Esteri dal Ministro Plenipotenziario Francesco Saverio Nisio, Direttore Centrale per i Servizi agli Italiani all’Estero.
La famiglia era accompagnata dal giudice prof. Ferdinando Imposimato (avvocato italiano di Chico Forti) e dalla dott.ssa Roberta Bruzzone, redattrice di un report dove si evidenziano tutte le gravi anomalie che hanno impedito a Enrico Forti di dimostrare la sua innocenza e privato del suo diritto ad avere un giusto processo negli Usa.
Il sen. Perduca ha introdotto le motivazioni dell'incontro, spiegando le ragioni che hanno indotto la famiglia di Enrico Forti a chiedere l'aiuto delle istituzioni diplomatiche italiane competenti dopo un lunghissimo e inutile percorso legale in Florida, che ha visto irrimediabilmente precluso ogni tentativo di ottenere la revisione del processo, al termine del quale Chico è stato condannato all'ergastolo senza sconti.
Il prof. Imposimato ha fatto un'ampia disamina del caso facendo rilevare tutte le procedure sbagliate, i vizi procedurali e le evidenti violazioni del patto internazionale sui diritti civili e politici relativi al caso di Chico, prima, durante e dopo il processo.
La dott.ssa Bruzzone ha ampiamente sviscerato la questione, illustrando i punti controversi del caso, le prove indiziarie e circostanziali inesistenti, oltre alle nuove prove a discarico emerse dallo studio degli atti del processo, contenute in modo preciso e circostanziato nel suo report che si intendeva presentare ufficialmente.
Il Ministro Nisio, dopo aver ascoltato molto attentamente tutte le ragioni esposte, ha detto gentilmente, ma molto chiaramente, che il Ministero degli Esteri è tecnicamente impossibilitato ad intervenire presso le autorità politiche americane perché la procedura diplomatica non lo prevede.
Il Ministro ha affermato che l'unica via da seguire è quella di incaricare nuovamente uno studio legale americano e inoltrare una istanza di riapertura del processo per la revisione dello stesso. Solo durante questa nuova e ulteriore azione forense, il Ministero potrà affiancare all'iniziativa il supporto del Consolato Italiano di Miami.
Questa, ha sottolineato il Ministro, è l'unica strada percorribile e non ci sono alternative.
Gianni Forti ha fatto notare che nei dodici anni ormai trascorsi dalla pronuncia del verdetto di condanna, sono stati fatti tutti i tentativi legali possibili per cercare di ottenere la revisione del processo, ma che le petizioni in appello sono state rifiutate senza motivazione e senza discussione.
La dott.ssa Bruzzone ha ribadito che la ricerca effettuata e riportata nella sua relazione è iniziata dopo che la Corte Federale americana, ultimo grado di giudizio consultato, ha rifiutato di prendere in considerazione il caso per scadenza dei termini. Un lavoro che ha comportato un notevole impiego di tempo ed energie, con l'unico obiettivo di dimostrare alle autorità italiane che un suo cittadino non ha avuto un giusto processo all'estero.
Il Ministro Nisio ha ribadito che purtroppo il report non ha alcun valore tecnico a livello istituzionale e che quindi non può essere protocollato dal Ministero. Pur comprendendo e condividendo tutte le ragioni in esso contenute, un'azione diplomatica basata sullo stesso non avrebbe alcuna possibilità di successo oltre che essere considerata un'interferenza negli affari interni di un altro Paese.
Pertanto l'unica possibilità rimane solo quella di riprendere dall'inizio il percorso forense.
Gianni Forti, ringraziando il Ministro Nisio per la sua disponibilità e attenzione, ha ricordato che la famiglia non è più in grado di affrontare le esorbitanti spese legali che questo tipo di iter prevede, oltretutto senza alcuna garanzia di poter arrivare alla Corte Suprema non essendo in possesso di una motivazione scritta del rifiuto della revisione.
Inoltre ha fatto presente che i tempi per intraprendere questa nuova iniziativa legale sarebbero inevitabilmente lunghissimi, traducendosi in altri anni di angosciosa attesa non più sopportabile sia psicologicamente che fisicamente da Enrico Forti.
La famiglia poneva molte speranze su questo incontro ormai atteso da anni, anche perché il precedente Ministro degli Esteri Franco Frattini, aveva scritto chiaramente sul suo “Diario Quotidiano” quanto segue: “L'unica possibilità che abbiamo - e che suggerisco anche a voi amici e supporter di Chico Forti – è quella di verificare se sussistano nuovi elementi a discarico non emersi e non considerati nella fase del giudizio, elementi che potranno riaprire il caso, valutare nuove prove ed accertare la sua responsabilità o meno. Un Ministro degli Esteri non deve smettere mai di dare speranze a un suo connazionale, e io ho anche la certezza e la prova che la Farnesina e la sua rete non hanno mai smesso di seguire e lavorare per la causa di Chico” (6 ottobre 2011).
Il report della dott.ssa Bruzzone ha seguito esattamente il suggerimento del Ministro Frattini.
“Ora Lei, dott. Nisio – ha detto Gianni Forti – ci dice che le cose non stanno così. Che il rapporto preparato non può essere protocollato dal Ministero perché non ha alcun valore diplomatico. Che bisogna intraprendere una nuova azione legale e solo in quella fase il Ministero può fornire il suo apporto. Forse non abbiamo compreso perfettamente il suggerimento del Ministro Frattini oppure le cose sono cambiate nel frattempo”.
In pratica il Ministro Nisio ha detto che la famiglia deve provvedere ancora autonomamente al prosieguo della causa presso le istituzioni americane, avvalendosi nuovamente di legali americani, nonostante le cocenti delusioni finora patite, correndo quindi il rischio di ritrovarci di nuovo al punto di partenza.
Gianni Forti ha ringraziato ancora una volta il Ministro Nisio promettendo di seguire nel limite del possibile i suoi suggerimenti, anche se la famiglia non vede come può farcela da sola. Sperando, ovviamente, che quando si arriverà (e se si arriverà) al “dunque”, un altro Ministro, che certamente sarà subentrato nel frattempo data la lunghezza dei tempi, non ci dica che bisogna agire in una maniera ancora diversa perché nel frattempo la procedura è cambiata.
La famiglia, forse ingenuamente, si aspettava un risultato un po' diverso da questo incontro nel quale aveva riposto tante speranze, se non altro per mantenere viva la piccola fiammella di speranza che farebbe sopravvivere Chico Forti in attesa del giorno in cui gli verrà concessa la possibilità di dimostrare la sua innocenza.
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